Il design a volte obbliga l’utente a passi irregolari, come nell’immagine. Una scala di questo tipo risulta sgradevole da percorrere anche per persone giovani.

di Luca Andena

Architetto

UTENTI ANZIANI

LA FATICA QUOTIDIANA: SALIRE O SCENDERE LE SCALE IN ETÀ AVANZATA

A un certo punto della nostra frenetica esistenza ci chiediamo come saranno i prossimi anni,

approssimandosi la cosiddetta “terza età” per noi stessi o per le persone a noi vicine. Ed ecco che cominciamo a guardarci intorno, specialmente a vedere le situazioni che le persone anziane (magari i nostri genitori, parenti, conoscenti) devono affrontare quotidianamente.

Inevitabilmente il pensiero va ai dislivelli, cioè le scale, gli scalini, le rampe, i marciapiedi, le strisce pedonali; e poi i corrimani, le ringhiere, ma anche la planarità dei pavimenti, la possibilità di scivolare o inciampare, la visibilità, i possibili appigli in caso di perdita d’equilibrio. Già, perché la persona anziana – ciò che inconsciamente speriamo di diventare un po’ tutti, campando a lungo – può avere limitazioni motorie di natura fisica, ma anche la vista, le reazioni, la percezione di ostacoli e, non da ultima, la valutazione a volte ottimistica delle proprie forze e possibilità.

La fatica quotidiana di salire e scendere le scale in età avanzata
Montascale su misura posato nella scala ricavata in una vecchia abitazione

Senza entrare nel campo delle strutture specializzate, che vengono progettate e costruite in funzione dell’utenza specifica, nell’edilizia comune vediamo spesso elementi e soluzioni la cui progettazione non ha tenuto conto delle esigenze di tutte le fasce d’età. Così si incontrano scale molto ripide, strette, spesso senza appigli (corrimano), che ci fanno pensare alle conseguenze nefaste di una caduta, e non solo per le persone anziane. Anche una persona giovane e in piena forma può ruzzolare dalle scale, specialmente se la dimensione dei gradini è eccessivamente ripida, stretta o irregolare: già una differenza d’altezza di un centimetro basta per inciampare sempre nello stesso scalino. Spesso le dimensioni del vano scala vengono sacrificate all’ampiezza di altri locali, per ottenere il massimo spazio possibile. Nelle costruzioni multipiano dotate di ascensore, questa tendenza è ancor più marcata; quando poi l’ascensore non funziona, si scatenano le proteste degli utenti, anche quelli che non hanno difficoltà motorie. Capita così che in alcuni casi qualche utente anziano non possa uscir di casa per diversi giorni, ad esempio quando l’ascensore va revisionato o sostituito. Nelle abitazioni vetuste il problema è spesso più complesso: finché le persone anziane riescono a praticare le scale vanno avanti, lentamente, magari con qualche aiuto; ma poi arriva il momento in cui si confinano in casa oppure devono essere trasferite in una casa di riposo: soluzione per nulla scontata, sia dal profilo umano che da quello economico. C’è da dire che ad oggi l’installazione dei cosiddetti montascale presenta soluzioni estremamente flessibili, con costi tutto sommato accettabili. Fornitori qualificati offrono la possibilità di installare montascale su misura anche negli spazi più angusti e irregolari, come appunto le case vecchie. Gli apparecchi potranno poi essere smontati qualora non fossero più necessari.

Che dire delle pavimentazioni? “Sulla carta” i pavimenti devono presentare caratteristiche funzionali ben definite, che in ambito privato, pubblico e commerciale sono indicate dall’Ufficio Prevenzione Infortuni (UPI), mentre in ambito professionale sono dettate dalla Legge federale sul lavoro. Così troviamo superfici le cui caratteristiche possono mutare in funzione delle condizioni del momento: ad esempio quando piove si incontrano lastricati, scalini, strisce pedonali e altri elementi urbani, come anche terrazze e balconi, verande, logge ecc. estremamente scivolosi. Il motivo è presto detto: superfici lisce e poco assorbenti formano un velo d’acqua sotto i piedi di chi cammina, causando una sorta di aquaplaning. Questo non accade quando la pavimentazione liscia è assorbente, oppure ruvida a sufficienza per offrire un grip adeguato. Vi è anche da dire che il fatto di scivolare dipende in larga misura dal modo in cui la persona si muove: c’è chi appoggia i piedi con moto verticale, alzandoli ad ogni passo, e chi li “lancia” in avanti, aumentando la possibilità di scivolare o inciampare. In senso figurato, immaginiamo il passo di una cicogna a confronto con un pattinatore.

La luce riveste pure una grande importanza per la sicurezza degli utenti, specialmente quelli con ridotta acuità visiva, come spesso gli anziani, appunto.

Un ambiente illuminato a sufficienza permette di individuare per tempo gli ostacoli, le zone scivolose o quelle senza possibilità di appiglio. Purtroppo, si riscontrano spesso situazioni pericolose o poco rassicuranti da questo punto di vista, progettate per altre esigenze e priorità, come l’estetica, l’architettura, o più semplicemente per risparmiare sui costi.

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Pavimento senza giunti in una casa di riposo: non vi sono ostacoli fisici nè ottici, nè immagini periodiche (reticoli) che possano disturbare la percezione di utenti sensibili, ad esempio quelli affetti da Alzheimer
L’immagine pittoresca nasconde qualche potenziale insidia per le persone attempate: la pavimentazione in lastre di pietra grezza non è sempre agevole da percorrere, specialmente in condizioni di scarsa illuminazione.

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