Abitare green fa risparmiare
Se ne parla ogni giorno: il risparmio energetico non è più prerogativa dei ceti meno abbienti, ma è un dovere morale e collettivo per tutti. La legislazione si orienta a regolamentare l’utilizzo di risorse, ma anche a punire gli sprechi e i reati di inquinamento. Per cui è giunto il momento di fare il click, cioè, imparare a vivere in modo ecologico e rispettoso, e di riflesso anche economico.
Economico per il portamonete, per la conservazione dell’ambiente e per i costi sociali, in primis quelli della salute. Come fare? Anzitutto adattando le abitudini con un minimo sforzo mentale, ad esempio minimizzando la produzione di rifiuti, l’utilizzo dell’acqua calda (e dell’acqua in generale, bene sempre più prezioso), riducendo il consumo di energia elettrica e calorica – i combustibili, prima fonte di inquinamento. Poi la mobilità, l’utilizzo sfrenato di mezzi di trasporto, ecc.
In coscienza tutti noi sappiamo come contribuire alla transizione energetica, ma l’ostacolo sta nel ridefinire le comodità, abbandonare i capricci superflui. Pensiamo alla vasca da bagno: viziarsi con un bel bagno caldo è desiderio di molti (e di molte per essere politicamente corretti), ma il calore rilasciato con lo scarico di 100 – 200 litri d’acqua va del tutto sprecato, come quello assorbito dalla vasca stessa. Per l’igiene quotidiana una doccia è più razionale ed economica: con una durata continua di 5 minuti si utilizzano circa 50 litri d’acqua – anche meno se si chiude durante l’insaponatura – risparmiando fino al 75% di acqua calda, cioè circa 180 – 200 franchi all’anno in acqua + energia.
Produzione fotovoltaica e fabbisogno domestico privato. In rosso sono rappresentate le utenze domestiche utilizzate prevalentemente di giorno, mentre in verde la produzione dei pannelli fotovoltaici.
PARTIAMO DAL RISCALDAMENTO
Un altro risparmio alla portata di tutti sta nel limitare il riscaldamento invernale: una voce che vale in media due terzi della spesa energetica di una famiglia. Secondo i dati della Confederazione (DATEC) abbassando la temperatura invernale di un solo grado si può risparmiare fino al 10% di energia, tradotto in soldoni circa 300 – 400 franchi all’anno. Lo stesso vale per il raffrescamento in estate, pratica sempre più necessaria visto il clima soffocante: utilizzare il condizionatore sulla funzione “deumidificare” è spesso più che sufficiente a rendere l’ambiente piacevole e non afoso. Poi l’apertura delle finestre durante la notte e le prime ore del mattino, quelle più fresche; e chiudere e oscurare di giorno, per limitare l’irraggiamento solare. Da questo punto di vista fanno specie le moderne facciate in vetro: vere e proprie serre da raffreddare divorando enormi quantità d’energia – e soldi.
SANI COMPORTAMENTI… IN CUCINA
Cucinare con cognizione: riscaldare la giusta quantità d’acqua, senza eccesso e con il coperchio, velocizza l’ebollizione; per cuocere un uovo sodo non è necessario che sia completamente immerso: l’acqua che ne risulta potrà essere usata per sciacquare le stoviglie. Il forno, un vero divoratore d’energia: se si utilizza una volta la settimana per circa 2 ore si possono consumare indicativamente circa 50 franchi d’energia in un anno; quando si accende è opportuno sfruttarne il calore per cuocere diverse pietanze; lo sapevano bene le nostre nonne nelle comunità rurali, che portavano ognuna la propria cocotte dal fornaio per la cottura con il calore residuo.
Lo stesso vale per il grill, sul quale possono essere cotte in sequenza o contemporaneamente carni, pesce, ma anche verdure e patate. Un grill chiuso (es. a pellets) trattiene il calore e vi si possono anche cuocere pane, pizze e focacce. Una lavastoviglie utilizzata ogni giorno consuma ca. 250 franchi di energia in un anno; dunque, avviarla solo quando è ben carica in modalità Eco.
INVESTIRE = RISPARMIARE
Il sole, fonte di vita ma non solo: posto che l’energia più economica è quella non consumata, al secondo posto viene quella prodotta in proprio con un impianto fotovoltaico. Un investimento quanto mai redditizio per chi ne può disporre. Ogni kWh proveniente dal proprio impianto non deve essere acquistato né trasportato in rete; per contro ogni kWh venduto alla rete viene retribuito molto meno (circa 75% la differenza attuale) rispetto al prezzo d’acquisto, per cui è bene consumare primariamente la propria energia. È l’autoconsumo: quanto più è utilizzato, tanto più velocemente si ammortizza l’impianto. Indicativamente: per un’abitazione monofamiliare l’installazione di un impianto fotovoltaico costa meno che cambiare l’automobile; l’ammortamento può andare in media dai 6 ai 10 anni secondo l’autoconsumo. Dopodiché l’energia sarà gratuita.
Gli immobili riscaldati a combustibile (gas, olio) sono ancora molti: i costi di fornitura, manutenzioni e revisioni sono molto elevati. Chi possiede impianti recenti farebbe bene a pensare di installare pannelli termici sul tetto: questi produrranno acqua calda riducendo drasticamente il consumo di combustibili fossili. Il giorno in cui si opterà per una termopompa, i pannelli solari termici faranno ancora il loro dovere.
Laddove gli impianti a combustione siano obsoleti è il caso di pensare a una termopompa – o pompa di calore – che non utilizza energia elettrica per riscaldare, ma per estrarre calore (gratuito) dall’aria o dall’acqua. Un processo molto più efficiente ed economico rispetto al riscaldamento elettrico diretto, ancora presente in vecchi appartamenti o abitazioni secondarie. Anche qui un impianto fotovoltaico permette di risparmiare energia e molto denaro.
Per massimizzare l’autoconsumo è utile temporizzare il funzionamento delle utenze domestiche: lavatrici e lavastoviglie funzioneranno prioritariamente di giorno; la termopompa sarà regolata sul funzionamento diurno, riducendo o spegnendo quello notturno. Per la ricarica dell’automobile elettrica prediligere le ore diurne, anche se si dispone della tariffa notturna ridotta, che attualmente costa circa 4 cts/kWh in meno: come dire un risparmio di ca. 2 franchi per una ricarica notturna da 10 – 20 franchi, contro un costo quasi nullo se effettuata con il sole.
I COSTI DEI TRASPORTI
Vi sono diverse tipologie: le aziende elettriche applicano tariffe di trasporto, utilizzo della rete, tasse a balzelli, che fanno più che raddoppiare la bolletta rispetto al costo della sola energia. Anche da questo punto di vista, la produzione decentralizzata – a casa propria – è interessante. I costi di trasporto incidono anche sulle forniture di gas e più pesantemente su quelle di olio combustibile, che oltre la filiera internazionale (navi, oleodotti) avvengono su strada e incrementano l’inquinamento; meno incisivo se si riscalda a legna o pellets, che pure vanno trasportati ma che per loro natura sono climaticamente neutri. Significa che i composti del carbonio riemessi durante la combustione erano stati sottratti in precedenza all’ambiente (la fotosintesi delle piante) per cui non vi sono ulteriori carichi ambientali come per i combustibili fossili, che sprigionano il carbonio stoccato nelle profondità terrestri in era primordiale.
Anche il costo dei trasporti per l’approvvigionamento domestico merita alcune considerazioni. Posto che il costo d’esercizio di un’automobile non si limita alla sola energia (carburante o elettrica) ma comprende il costo del capitale – o del leasing – la manutenzione, l’usura, tasse e assicurazioni, ecco che percorrere 80 km per fare la spesa (la tratta Bellinzona-Luino o Lugano-Varese) costa quasi 50 franchi, importo che va dedotto dal risparmio sui beni acquistati.
Lo stesso vale per gli spostamenti non indispensabili o comunque evitabili, cioè quelli legati ai piaceri e alle comodità, appunto. Ognuno può farsi il proprio catalogo.
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