MI-TI-CI Against Abuse

Un progetto sociale attivo per sostenere e accompagnare donne e minori, vittime di abusi, in un percorso di reinserimento alla vita, operando in tutto il Canton Ticino, da Chiasso a Airolo.

Ogni giorno la stessa storia, quasi ogni giorno il solito annuncio al telegiornale: “un minore è stato abusato da un parente; notizia dell’ultimo minuto, una ragazza ha subito un abuso; info-news, una donna vittima di stalking ha deciso di lasciare questa terra; una bambina, vittima di bullismo da tempo, ha deciso di farla finita; una donna vive nella paura, il suo compagno la perseguita e lei decide di fermare il tempo.”

Quante volte ho sentito questi annunci, quante lacrime sono scese. Mio padre mi ha sempre detto che “i bambini sono sacri e non si toccano” mentre una donna, che sia madre, compagna, fidanzata o semplicemente donna, “non si tocca, anzi si rispetta… perché senza la donna non ci sarebbe la continuità della vita”.

In apertura: le bikers Blondie e Pisola posano orgogliose sui loro destrieri di ferro.
Sopra: Manga, presidente di MI-TI-CI Against Abuse.

Così, dopo tanto pensare, ho parlato con la mia compagna e ho esposto un progetto che, da tempo, batteva nella mia testa e pulsava dentro il mio cuore. La sua risposta inizialmente fu una domanda: perché vuoi farlo? La mia risposta immediata “non ho figli e pertanto tutti loro saranno i miei angioletti e le donna merita tutto il rispetto del mondo, come faceva mio padre con mia madre”. Il sorriso della mia compagna fu una grande iniezione di fiducia. Nel 2016 ho iniziato un lungo percorso sondando tutte possibilità, partecipando a riunioni devastanti in giro per l’Italia ad ascoltare persone già operative in determinati settori, fino ad arrivare a una sola conclusione: devo fare qualcosa qua in Ticino, terra che mi ha accolto molti anni fa e dove vivo.

Sono un biker, così ho pensato di sfruttare le due ruote per fare qualcosa di importante che non c’era né in Ticino né in Svizzera, ma per farlo avevo la necessità di persone al mio fianco che condividessero i miei stessi obiettivi, lo stesso amore per i bambini, per la donna e per l’unica meta: cercare di aiutare il più alto numero di minori e donne vittime di abusi.

Da questi pensieri e dopo tante uscite domenicali in moto sono riuscito a formare una “famiglia di bikers” con i quali sapevo di poter condividere questo percorso, persone speciali che in qualsiasi momento mi avrebbero detto “io ci sono, noi ci siamo” così è nata MI-TI-CI Against Abuse, un progetto sociale importante al quale, abbiamo lavorato per anni e che ci riempie di orgoglio.

MI-TI-CI, sembra un nome strano ma non ha nulla a che vedere con la parola mitici.MI-TI-CI era un acronimo creato dalla mia compagna Pisola, una cosa personalissima tant’è che avevamo fatto una patch nostra.

Quando con i miei amici abbiamo deciso di fondare l’associazione si è presentato il problema del nome e all’unanimità hanno scelto MI-TI-CI che abbiamo subito fatto nostro anche nel suo significato rivolto alle vittime di abusi, ovvero: MI ritroverò – TI ritroveremo – CI ritroverai, sempre! Spesso la figura del motociclista viene “distorta”, ai più facciamo paura, siamo vestiti di nero, indossiamo magari capi con immagini forti e possiamo sembrare trasandati, ma nel profondo pulsa un cuore grande

Siamo tutti volontari e mettiamo a disposizione il nostro tempo libero, le nostre moto e non, per affiancare, Istituzioni, Servizi Sociali, Sindaci, Direttori delle scuole e le forze dell’ordine, in queste “azioni di supporto” senza ostacolare o interporsi e cercare di far tornare il sorriso sul volto delle vittime di abusi, che siano donne o minori.

La nostra è una mission importante: innanzitutto utilizziamo la moto proprio come “mezzo di lavoro”, poi bisogna considerare che verso i bambini/e la moto ha sempre un certo fascino, quindi siamo un po’ dei cavalieri del nuovo millennio sopra un destriero di ferro! 

Gli abusi sono molteplici: sui minori ci sono il bullismo scolastico, i maltrattamenti tra le mura domestiche o i veri e propri abusi sessuali, mentre per le donne si spazia dagli abusi tra le mura domestiche, agli abusi psicologici, alle vittime di stalking fino agli abusi fisici e sessuali, quindi un bel da fare… per questo al nostro interno abbiamo il supporto di alcuni psicologi che seguono noi e anche i nostri angeli

Una volta preso l’incarico, che può arrivare da diverse fonti (Servizi Sociali, Direttore scolastico o da privato cittadino), in accordo con la famiglia (se si tratta di minore) o con la donna stessa, ci presentiamo da loro, ascoltiamo e iniziamo a programmare le “azioni di supporto” che possono essere svariate: dall’accompagnamento a distanza per fare la spesa, per andare a scuola o anche semplicemente per andare al parco giochi… ci siamo sempre. 

Siamo inoltre addestrati per essere l’ultima barriera tra la vittima e l’aggressore, perché può succedere… anche per questo usiamo dei nickname, per tutelare la nostra identità, fin dove possiamo!

Ho sempre pensato che la donna è il pilastro della vita, per questo ho voluto creare un’associazione dove la presenza femminile fosse importante, per svariati motivi: basti pensare che il progetto nasce da un’idea mia, della mia compagna Pisola e immediatamente condiviso dalla nostra Amica e mia Vice Blondie. Da noi tre è partito il viaggio, un uomo e due donne! 

Oggi, tra i “membri operativi” abbiamo in totale 5 donne, oltre a Pisola e Blondie abbiamo anche Fiore, Fenice, Tantaroba e Dart1, un valore aggiunto importantissimo per sensibilità e amore verso i piccoli angeli, inoltre in casi di “sostegno e accompagnamento” di una donna un operativo femminile serve sempre, soprattutto, nel momento della “rivelazione” delle possibili aggressioni subite, in questi casi una donna parla con più facilità con una figura simile.

Poi devo ammetterlo, anche se Anima, Biondo e Orion sono meravigliosi, sono state le nostre donne a scegliere gli abbinamenti cromatici dei nostri gilet e del nostro merchandising, brave anche in questo!

Il nostro è un progetto importantissimo e grande: nel prossimo futuro, appena le finanze lo permetteranno (perché rammento che siamo volontari e abbiamo bisogno del sostegno di tutti), vorremmo far partire una campagna di affissioni in tutto il Ticino con alcune immagini forti e il nostro logo, logo che la popolazione vede già sui nostri gilet e sulla macchina ufficiale che gira spesso; per chiedere aiuto è sufficiente fermarci e parlarci, noi ci siamo sempre, inoltre abbiamo un indirizzo e-mail, un recapito telefonico e una pagina facebook per contattarci.

Purtroppo il Covid-19 ha reso e sta rendendo tutto più’ difficile, non abbiamo potuto fare la nostra presentazione alla popolazione e alle Istituzioni. L’intenzione era di andare nei principali Comuni e rendere attenti i Sindaci del fatto che ci siamo. 

L’unica presentazione che siamo riusciti a fare prima del lockdown è stata al Comune di Lugano dove il Sindaco, Marco Borradori, ci ha accolto, ascoltato e appoggiato la nostra iniziativa.

Ma sappiamo che non basta, abbiamo la necessità di farci conoscere affinché le vittime sappiano a chi eventualmente rivolgersi, dobbiamo far sapere che ci siamo e che su di noi possono contare.

Abbiamo avuto conferme che al momento c’è ancora tanto sottobosco, molti si vergognano o hanno paura di rivelare il dramma che stanno vivendo. Noi non giudichiamo nessuno, anzi, aiutiamo e basta!

La pandemia non ci ha fermato e nemmeno la neve: siamo stati operativi e lo siamo tuttora, siamo intervenuti in qualsiasi orario e con qualsiasi tempo; le nostre moto non sono andate in letargo per l’inverno, in pratica, con tanto sacrificio NON abbiamo fatto mancare il nostro sostegno a nessuno!

Attualmente siamo operativi su diversi fronti con i nostri volontari, dedichiamo parecchio tempo ai nostri angeli per farli tornare a sorridere. La nostra gioia è vedere i loro occhi che parlano di vita!

Sono Manga, presidente di questa meravigliosa associazione che si chiama MI-TI-CI Against Abuse.   

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